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COSA DESIDERI, SIBILLA?

Le cornacchie razzolano nei cumuli di sporco
Qui il gelo e denso come il tempo. La nebbia alza un muro agli spazi impuri.
Albeggia una luce incerta, uno squallido neon.
Ne misuro il brontolio o lo sfarfallio. Risuona il silenzio.

Non c'e modo di sgranare il suono.
Non c'e modo di sgranare la luce.

In questo mondo, vaso di Cuma vuoto e abbandonato.

L'OCCHIO DI JOHN KEATS A ROMA

Se ne sta alla finestra per ore
a volte si getta per le scale di Piazza di Spagna
o nel Tevere

se per le scale
si spiattella e poi risale svogliato
come una medusa gelatinosa sul palmo africano
di un venditore ambulante

se nell'acqua
nuota e poi vola per asciugare le ali
spolvera i ponti gli archi di Adriano
il cielo le cupole del Vaticano
gli orizzonti, carovane di pini

la sera ordina lo stesso vino
nello stesso bar
poi torna alla finestra e scrive sul vetro col dito

la folla sulle scale non lo fa dormire
lui non sa cosa si deve fare dopo
cosi ricomincia tutto da capo

dalla pupilla
dal nucleo

Roma, 14.4.2011

UN SAGGIO ISTINTO


Suggerisce che il mondo ha un inizio e una fine
Come questa radura.
Resto davanti alla porta del bosco. Non entro.
Una volta entrai.

Il cane torna pieno di odori con la follia negli occhi.
La porta addosso.

E io porto dentro colori e forme
Di un consesso di ombre a piu piani. Non apro.
Una volta aprii
E ora sono come un bambino col fardello.
Lo porto dappertutto, dappertutto.

Un saggio istinto sa cos'e un'enfasi superflua.
Un inchino profondo mentre inspira il trofeo del giorno
E una bottiglia di plastica nella bocca del cane.




traduzione di Leonardo Masi


LA POESIA ITALIANA

a Ewa Hryniewicz- Yarbrough


La poesia italiana e un grande mistero
ho ereditato da mio padre tutte le antologie del mondo
ma li non c'e
scoprire una poesia italiana mi costringe a
un incontro

casuale
a un quadrifoglio
a un'illuminazione
eccetera

perché allora rovisto in questa soffitta come in una foresta
di provenienza sconosciuta
tra tele avvolte di polvere, tra cicale e rugiada?

La divina commedia, Varsavia 1975
La divine comédie, Parigi 1858
fogli sparsi, anno illeggibile
e parole formate di svolazzi come farfalle e libellule rare

Giacomo Leopardi Salvatore Quasimodo
Mario Luzi Eugenio Montale Cesare Pavese

non e che i suoni di una lingua sconosciuta riecheggino nell'eternita?

Cio in cui credo non Ama essere citato tanto
spesso e come l'eternita c'e ma e muto 1

quanto dista da qui la domanda

e meglio trovarla
o ritirarsi all'ultimo momento

come si fa a volare via
per non bruciare?

traduzione di Paulina Piotrowicz


1 Francesca Moccia



SOLITUDINE

La solitudine e solo una relazione

Un segmento

Da a

Da una persona a una persona

Da una persona a un posto

Ma in primo luogo

Tra sé e sé



Mi stupisce

Ogni giorno almeno

Che la mia solitudine giaccia

Sui piani

Tra me e te

Da a

Si sa





CRACOVIA - VARSAVIA OVEST

Ho piu nostalgia nelle stazioni

In sale d'attesa spigolose

Su binari cancellati

E quando il treno parte oltrepassando i retri delle case

La cloaca della citta l'altro lato delle mura

Cortili di pece e recinti zoppi

Orticelli irrealizzati



Ho nostalgia di gente e posti lasciatimi dietro

Di quelli in cui poteva essere per me ed e per altri

Perfino di quella che non ho mai conosciuto

E invece fa parte del mio passato

Irrevocabilmente



traduzione di Paulina Piotrowicz

(Seminario di Traduzione del Corso di Lingua Polacca 2008-09 della prof.ssa Giovanna Tomassucci,

Universita di Pisa))