L'occhio di John Keats a Roma
Se ne rimane per ore alla finestra
e ogni tanto si lancia giu in Piazza di Spagna
o nel Tevere
se scende per le scale
esplode e poi ritorna intatto come
gelatina sul palmo scuro di un venditore di strada
se nell'acqua
nuota e poi vola ad asciugarsi le ali
sfiora gli archi dei ponti di Adriano
il cielo della cupola al Vaticano
le carovane dei pini di pietra all'orizzonte
a sera ordina lo stesso vino
allo stesso bar
ed alla fine torna alla finestra
e scrive col suo dito sul vetro
la folla sui gradini non lo fara dormire
e non sa cosa fare dopo
cosi ricomincia tutto da capo
dall'allievo
dall'essenza
Giuseppe Napolitano, Traduzioni sparse, la stanza del poeta, Gaeta (Italy) nov. 2014
|